Mimmo Paladino (Paduli, 1948). Dal 1964 al 1969, studia presso il Liceo artistico della sua città natale. Durante gli anni ’70, l’artista lavora con delle foto in maniera “post concettuale”, lavoro che abbandona poco a poco per volgersi verso un’arte figurativa più espressiva. La sua prima esposizione personale viene organizzata nel 1976. Nel 1980, Paladino è fondatore con altri artisti del movimento della Transavanguardia italiana. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia con il medesimo gruppo. Durante gli anni ’80, Mimmo Paladino realizza delle tele molto colorate in cui ritroviamo “l’iconografia della nostra cultura”; l’artista dipinge strani animali, dei personaggi ibridi e distorti.
Paladino trasfigura e s’inspira all’arte etrusca o alle arti primitive. Realizza delle allegorie enigmatiche basandosi su delle tecniche tradizionali: mosaico, forme tonde, trittico, sculture in legno dipinto. Ama deridere la morte ed impiega, in maniera ricorrente, teschi, croci, ossa, scheletri. Paladino colloca la sua arte in tutto ciò che è mistero, oblio o segreto. Si ritrova una sorta di rituale di una certa irrealtà. Paladino privilegia la gestualità a scapito del ritratto. Dal 1982, la sua notorietà arriva fino agli Stati Uniti, all’America del Sud, espone in tutto il mondo.