Luca Pignatelli (Milano, 1962). Le prime mostre milanesi precedono la personale di Londra del 1991 al Leighton House Museum, mentre già a Francavilla al Mare nel 1988 aveva partecipato al Premio Michetti. Nel suo lavoro le tonalità cupe si accompagnano all’attenzione per il dettaglio architettonico, in un’atmosfera sospesa che troverà la sua più riuscita espressione nella scelta del supporto su cui fissare tali memorie: i teloni ferroviari degli anni trenta. La partecipazione alla Fiera di Basilea, la copertina di Arte nel 1996, e il Premio Cairo Comunication del 2000 ne focalizzano la statura. Nel 1999 espone a San Francisco presso la Limn Gallery, a Milano alla fondazione Mudima introdotto da Achille Bonito Oliva, l’anno successivo a New York con testo in catalogo di Donald Kuspit.
Nel 2002 è invitato da Marco Di Capua al Museo del Corso a Roma, ancora al Museo della Permanente di Milano per il Premio Cairo Comunication, alla galleria d’Arte Moderna di Udine introdotto da Luca Beatrice ed Alessandro Riva. La nuova scena artistica italiana, presentata alla Biennale di Venezia del 2003. Alla fine del 2003 è invitato ad esporre al Mart, dopo che ad ottobre aveva esposto a Torino al Palazzo della Promotrice. Vittoria Coen lo invita ad esporre alla fine di novembre a Bruxelles, presso l’Académie Royale de Belgique, nella mostra Identità italiana negli ultimi quarant’anni. Nel 2005 ha esposto alla Galerie Daniel Templon di Parigi e nel 2006 alla Galerie Davide Di Maggio a Berlino, White Box e Ethan Cohen Fine Arts a New York.