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Salvo

Salvatore Mangione (Salvo) (Leonforte (EN) 1947 – Torino 2015) nel ’56 si trasferisce con la famiglia a Torino dove si avvicina alla pittura. Rientrato nel capoluogo torinese, dopo un breve soggiorno parigino, nel 1968, inizia a frequentare il gruppo di giovani artisti che gravitano nell’ambito dell’Arte Povera e che trovano come punto di riferimento la Galleria di Gian Enzo Sperone. Del 1970 è il lavoro Salvo è vivo, oggi alla National Gallery di Canberra, e, parallela ai lavori fotografici, la serie delle lapidi, che proseguirà fino al 1972. Nel 1971 conosce il mercante tedesco Paul Maenz, che organizza una personale dell’artista nella sua galleria di Colonia. Nel 1973 avviene la svolta, intesa nel senso di un ritorno alla pittura e alle tecniche tradizionali, nella serie dei suoi d’après, già iniziati negli anni ’70, tesi a rivisitare la storia dell’arte in chiave ingenua e semplificata. Nel 1974 partecipa alla rassegna Projekt ’74. Nel 1976 partecipa alla Biennale di Venezia con Il Trionfo di san Giorgio (da Carpaccio) e l’anno successivo una personale allestita alla Galleria Banco di Brescia dà inizio alla collaborazione con Massimo Minini.

Nel 1976 si inaugura un nuovo momento della sua ricerca: una serie di paesaggi ospitano, inizialmente con uno schema semplificato e poi con colori squillanti, cavalieri tra rovine architettoniche e visioni di colonne classiche. Nel 1977 per la prima volta un museo ospita una sua retrosepttiva: una vasta rassegna, curata da Zdenek Felix, per il Museo Folkwang di Essen. All’82 risale un’ampia retrospettiva, organizzata da Minini al Museum van Hededaagse Kunst di Gand. Nel 1984, su invito di Maurizio Calvesi, partecipa ad Arte allo specchio, nell’ambito della XLI Biennale di Venezia. Di questo stesso periodo è la serie delle Ottomanie, in cui le suggestioni di un suo recente viaggio in Jugoslavia e Turchia, si traducono nella rappresentazione dei minareti, colti nell’essenzialità della loro architettura e collocati in città immaginarie, o in misteriosi paesaggi notturni. Del 1987 è la grande retrospettiva inaugurata alla Rotonda della Besana di Milano. La sua attività espositiva prosegue regolare, per tutti gli anni Novanta tra pesonali e collettive, in Italia e all’estero.